L’Incanto dell’Astrazione: Esplorare il Sogno attraverso l’Arte. L’arte possiede il potere di oltrepassare la realtà visibile, trasportando lo spettatore in spazi emotivi, psicologici e persino spirituali che vanno ben oltre il linguaggio quotidiano. Una delle sue qualità più affascinanti è l’abilità di trasformare i sogni – quelle immagini evanescenti e surreali che spesso sfidano la logica – in un linguaggio visivo ricco e suggestivo. Contrariamente all’arte figurativa, che si concentra sulla riproduzione del noto e del tangibile, queste opere come trattengono le porte a un mondo senza limiti, dove ogni interpretazione personale è possibile. In esse, linee, colori e texture si intrecciano per rivelare il mistero e la fluidità dell’inconscio, offrendo all’osservatore un’esperienza immersiva e profondamente evocativa. Tra Visione e Realtà: L’Onirico nell’Espressione Astratta L’arte astratta ispirata ai sogni si presenta come una finestra aperta su un mondo dove le logiche della realtà quotidiana vengono sovvertite. I sogni, per loro natura, esistono in uno stato di continua metamorfosi, in cui tempo, spazio e identità si trasformano in forme inaspettate e prive di regole fisse. È in questo contesto che l’arte astratta raggiunge la sua massima espressione, abbandonando le convenzioni della rappresentazione realistica per immergersi nella libertà visiva dell’immaginazione onirica. .In queste opere, la mancanza di forme immediatamente riconoscibili stimola lo spettatore a lasciarsi guidare dalle proprie sensazioni ed emozioni, anziché cercare un significato letterale. I colori, ad esempio, assumono ruoli narrativi vitali: tonalità delicate possono evocare serenità e pace, mentre accostamenti più intensi e spigolosi introducono note di inquietudine e disorientamento. Le linee e le forme sembrano dissolversi e riconfigurarsi, richiamando la natura frammentata e non lineare delle visioni notturne.Così, anziché offrire un’immagine statica e definita, questi dipinti celebrano l’ambiguità e la complessità del subconscio, trasformando ogni opera in un invito personale ad esplorare le profondità dell’animo. In definitiva, l’arte astratta che si ispira ai sogni non si limita a riprodurre un’illusione, ma diventa un’esperienza immersiva che sfida l’osservatore a riconnettersi con la propria interiorità
Nel suo dipinto “Selfie”, Mauro Molinari offre una riflessione acuta e raffinata sull’identità contemporanea e sulla percezione del sé. L’opera, richiama il gesto immediato dell’autoritratto digitale, si trasforma in una finestra aperta sulla profondità umana, ben oltre la superficie effimera dell’immagine.
Attraverso la sua magistrale tecnica in mixed media, l’artista intreccia segni grafici e cromatismi vibranti, creando una dimensione in cui la figura si stratifica tra realtà e rappresentazione. Ogni pennellata sembra scavare non solo nei tratti somatici, ma anche nelle emozioni, nei dubbi e nelle contraddizioni dell’individuo. Il tratto, deciso e dinamico, catturapregi e difetti, gesti e posture, restituendo la complessità dell’animo umano con una sensibilità quasi antropologica.
Da sempre attento all’osservazione del quotidiano, Molinari trasforma i volti delle persone che incontra in frammenti di una narrazione universale, in cui ogni espressione diventa lo specchio di una società in continua evoluzione. In “Selfie”, la modernità del tema si fonde con la profondità del segno pittorico, trovando un perfetto equilibrio tra ironia e introspezione.
L’opera si configura come un ritratto stilizzato e astratto, in cui la frammentazione della figura umana riflette la complessità dell’identità odierna. Colori vibranti e linee decise creano un contrasto dinamico, mentre la sovrapposizione di forme geometriche suggerisce movimento ed evoluzione. L’espressione intensa del volto invita l’osservatore a un viaggio interiore, tra realtà e rappresentazione, tra autenticità e costruzione.
Non è solo un semplice ritratto, ma una vera e propria messa in scena dell’Io, una maschera che oscilla tra spontaneità e artificio, tra verità e apparenza. Mauro Molinari ci interroga con un linguaggio visivo potente e incisivo, costringendoci a riflettere su cosa significhi davvero vedersi e, soprattutto, riconoscersi.
Mauro Molinari Roma 31 maggio 1942 Via Paolina 25 00049 Velletri (RM) ITALIA 069634072 – 3286947561 http://www.mauromolinari.it arte@mauromolinari.it http://www.caldarelli.it/molinari.htm La sua lunga ricerca artistica è contrassegnata da cicli diversi: pittura scritta, libri d’artista (Rencontres Internationales di Marsiglia dal 2000 al 2014 ecc.), design tessile (Rassegne Internazionali Miniartextil di Como ecc.). Nel 1995 nasce la collana di Orditi & Trame di cataloghi editi in proprio. Nell’ultimo ventennio si dedica al racconto della città e della sua caotica umanità. Ha esposto in più di 1300 mostre personali e collettive in gallerie e musei (tra gli altri: Museo Didattico della Seta di Como, Museo dell’Infiorata di Genzano, Museo S. Maria di Cerrate di Lecce, Musèe de l’Impression sur Etoffes di Mulhouse, Spazio Mantero di Como, Salons de l’hotel de Ville di Montrouge, Museo di Palazzo Mocenigo a Venezia, Fondazione Venanzo Crocetti di Roma, Musèe de la Tapisserie di Tournai, Museo Carlo Bilotti di Roma con una installazione permanente, Fondazione Pescarabruzzo, Museo Jean Lurcat di Angers ecc.), in Italia e all’estero. Si è avvalso della presentazione di noti critici d’arte. Sue opere sono state acquisite da musei e collezioni pubbliche e private.
(Negli ultimi 20 anni Molinari)…guarda con intelligenza e capacità selettiva a tendenze tra le più discusse e controverse – ma vitali – dello scenario estetico internazionale, come la Street Art, il Bud Painting, il Neo Pop. In effetti le figure di Molinari popolano stravolte ambientazioni urbane ed esibiscono lineamenti allucinati…Il procedimento con cui il nostro artista tratta tali contestualizzazioni urbane si fa ancora più complesso, in rese tridimensionali dotate di spessore e ombra propria…Ovviamente non c’è posto in questo universo stravolto per rapporti di proporzione, di verosimiglianza, di coerenza narrativa: una sorta di teatro dell’assurdo che però, a ben vedere, molto assume e molto allude alla nostra periclitante vicenda quotidiana.
L’opera di Roberto Persi Santorum, Poseidone (olio su tela, 100×100 cm), è un esempio vibrante di arte patafisica contemporanea, in cui il mondo dell’assurdo si intreccia con una potente simbologia. Esposto durante la mostra “Les Enfants Terribles,” il dipinto cattura immediatamente lo spettatore grazie alla sua esplosione di colori e movimento, che evocano emozioni intense e profonde riflessioni.
Il protagonista, il Dio Poseidone, è raffigurato in una lotta quasi epica contro onde maestose dai toni surreali di lillà e rosa. Questi colori, lontani dalla tradizionale rappresentazione marina, donano all’opera un’aura onirica e fantastica, trasportandoci in un universo dove la realtà si dissolve per lasciare spazio a una visione poetica e simbolica. La forza del Dio, che brandisce il tridente con determinazione, non è solo fisica: è la rappresentazione dello spirito creativo dell’artista stesso, in lotta contro le superficialità e la negatività che pervadono il mondo.
La patafisica, il filo conduttore del lavoro di Persi Santorum, emerge chiaramente nell’approccio all’assurdo e nel ribaltamento della logica convenzionale. In quest’opera, il mare non è semplicemente un elemento naturale: diventa una metafora delle forze caotiche e imprevedibili della vita. Poseidone, dunque, non è soltanto una figura mitologica, ma un simbolo universale: l’artista stesso, impegnato a domare e trasformare la complessità del reale in bellezza e armonia.
Un altro elemento centrale del dipinto è il profondo rispetto per l’ambiente. Le onde, dipinte con una fluidità quasi musicale, non sono solo uno sfondo, ma rappresentano la natura stessa, viva e potente, che Persi Santorum celebra e difende. Attraverso questa scelta, l’artista invita il pubblico a riflettere sull’importanza di una connessione autentica con il mondo naturale, opponendosi alla distruzione e all’indifferenza.
In definitiva, Poseidone è un’opera che stupisce ed emoziona, riuscendo a coniugare la bellezza visiva con una narrazione simbolica ricca di significati. Con un linguaggio visivo audace e distintivo, Roberto Persi Santorum si conferma come un maestro patafisico capace di sfidare le convenzioni e coinvolgere lo spettatore in un viaggio di scoperta artistica e spirituale.
Roberto Persi Santorum ha trascorso i suoi anni giovanili in una libera e instancabile ricerca di tecniche grafiche e pittoriche. La sua sperimentazione ha spaziato attraverso una vasta gamma di stili e contenuti, con una spiccata propensione verso le molteplici forme dell’astrattismo. Questo percorso esplorativo, probabilmente, rappresentava un tentativo di liberarsi dal “fardello accademico” degli studi classici, che includevano l’Istituto d’Arte, il Magistero di Grafica e l’Accademia di Belle Arti.
La vera svolta nella carriera di Persi Santorum è stata l’incontro con la Patafisica, abbracciata come una filosofia profonda e rivoluzionaria. Questo approccio gli ha permesso di accettare il suo stile pittorico e sintattico come una firma autentica dell’anima, piuttosto che come una deviazione patologica. La Patafisica è diventata per lui un rifugio concettuale, dove le sue creazioni trovano significato e libertà.
Negli ultimi vent’anni, il suo lavoro si è sviluppato seguendo un unico dogma imprescindibile: l’uso di supporti in tela e colori ad olio o alchidici, con occasionali incursioni nella grafica su supporti cartacei, utilizzando tecniche varie e spesso combinate. La sua produzione oscilla tra audaci policromie, talvolta improbabili, e monocromi austeri e incisivi, mantenendo sempre una straordinaria coerenza espressiva.
Persi Santorum rifiuta di essere catalogato in una corrente artistica preesistente. Dopo lunghe riflessioni e confronti con l’architetto Claudia Mantelli – che ha avuto un ruolo cruciale nel riscoprirlo e farlo uscire dalla volontaria reclusione nella “soffitta” della sua creatività – è arrivato a un compromesso definendosi “Postsurrealista Onirico”. È in questo spazio mentale che l’artista riesce a dialogare con i suoi punti di riferimento pittorici: Paolo Uccello, Tiziano, Mirò, Magritte, Pollock, Matisse e altri grandi maestri, che popolano la sua personale pinacoteca immaginaria. Non è una questione di stile, ma di pensiero: uno sguardo audace e consapevole che individua, con sicura determinazione, le connessioni profonde tra la propria visione artistica e quella dei suoi predecessori.
Frasi celebri di Roberto Persi Santorum:
“Non tutti i quadri riescono col buco.”
“Non sono pigro, ho solo brevi pause di riflessione.”
In sintesi, Roberto Persi Santorum ritiene di aver trovato un percorso artistico personale e riconoscibile, anche se ammette che spesso non riesce a fornire spiegazioni razionali per le sue opere. Ma questa, in fondo, è la Patafisica: l’arte di accettare e celebrare le soluzioni immaginarie.
Persi Santorum è orgoglioso di essere membro attivo del “Simposio Permanente Ventilati Patafisici Benacensi”, fondato negli anni Novanta dal grande Enrico Baj. Inoltre, esprime profonda gratitudine verso l’architetto Claudia Mantelli, che lo ha spronato a uscire dalla sua prolungata “pausa di riflessione” e lo ha coinvolto in mostre ed eventi artistici. Un pensiero di riconoscenza è infine rivolto al capostipite Alfred Jarry, che con il suo Ubu Roi ha dato inizio alla straordinaria avventura delle “Soluzioni Immaginarie”.
CALL FOR ARTISTS “DREAMS”-Viaggio tra visioni oniriche, astrazioni e universi immaginari. Claudia Mantelli, curatrice e organizzatrice di eventi d’arte contemporanea, invita gli artisti a partecipare alla mostra collettiva DREAMS, che si terrà presso la suggestiva Galleria ARTHEKA32 (ROMA ), dal 26 aprile all’8 maggio 2025, con inaugurazione il 26 aprile. Questa esposizione nasce dal desiderio di celebrare il sogno come motore inesauribile della creazione artistica. Attraverso il linguaggio dell’arte, gli artisti sono chiamati a dare forma alle loro visioni più intime, a quel mondo nascosto che si manifesta nell’inconscio e che spesso sfugge alle regole della logica.
Il sogno come origine dell’arte Il sogno è un luogo senza confini, dove il possibile si intreccia con l’impossibile, e il conosciuto si mescola con l’ignoto. È uno spazio di libertà assoluta, dove le immagini e le emozioni si manifestano in forme fluide, ambigue, a volte inquietanti, altre volte rassicuranti. Nel corso della storia, il sogno è stato un tema ricorrente nell’arte. I surrealisti, con il loro intento di esplorare l’inconscio, hanno reso il mondo onirico il cuore pulsante della loro produzione. Pittori come Salvador Dalí, René Magritte e Max Ernst hanno saputo tradurre la logica sfuggente dei sogni in immagini capaci di evocare emozioni profonde e universali. Ma il sogno non appartiene solo a un movimento o a un’epoca. Ogni artista, in ogni tempo, ha trovato nel sogno una fonte di ispirazione inesauribile. Il sogno è una finestra aperta sull’interiorità umana, un riflesso di ciò che non osiamo dire, di ciò che non riusciamo a comprendere. È un ponte tra il nostro mondo interiore e quello collettivo, un luogo dove i simboli personali incontrano gli archetipi universali. Partecipare a DREAMS significa accettare una sfida: quella di tradurre l’immateriale in materiale, l’invisibile in visibile. Significa creare opere che parlano non solo con le forme e i colori, ma anche con l’anima. Visioni immaginarie, astrazioni e il linguaggio del sogno Il sogno non segue le regole della realtà. Nei sogni, il tempo si dilata o si comprime, gli spazi si moltiplicano, e le figure si trasformano. Questa dimensione sfuggente è una straordinaria opportunità per l’artista, che può abbandonare ogni vincolo e dare forma a mondi nuovi, sorprendenti, spesso irripetibili. Le opere ispirate ai sogni possono essere figurative o astratte, intime o grandiose, misteriose o luminose. Possono evocare atmosfere eteree, come nei cieli di Chagall, o portare alla luce inquietudini profonde, come negli incubi di Goya. Il sogno permette di superare i limiti della rappresentazione tradizionale, aprendo la strada a linguaggi visivi nuovi e personali. Nel contesto di DREAMS, ogni Artista è invitato a esplorare il proprio rapporto con il mondo onirico: Cosa emerge quando ci lasciamo guidare dall’inconscio? Come si traducono le emozioni effimere di un sogno in immagini durature? È possibile raccontare un sogno senza svelarne completamente il mistero? La mostra sarà un viaggio attraverso questi interrogativi, un mosaico di visioni che si intrecciano per creare un’esperienza collettiva unica. Claudia Arch. Mantelli
La Galleria Artheka 32, situata a Roma – Ostia, è un ambiente prestigioso e molto frequentato, con una solida rete di collezionisti e appassionati d’arte. L’evento “Dreams” sarà ampiamente promosso, assicurando agli artisti visibilità e opportunità concrete.
Come organizzazione, sotto la curatela di Claudia Mantelli, architetto e art curator, ci occuperemo personalmente di ogni aspetto espositivo: ✔ Selezione e curatela delle opere per garantire un allestimento armonioso e di qualità ✔ Promozione sui social media e pubblicità dell’EVENTI “Dreams” ✔ Realizzazione del catalogo ufficiale ✔ Allestimento professionale, valorizzando ogni Opera nel miglior modo possibile
Grazie a questa cura nei dettagli, l’evento garantisce agli Artisti un’esperienza professionale e ben curata.
PITTURA – FOTOGRAFIA – VISUAL ART Ogni artista potrà esporre: 🔹 2 opere medie (50×70 cm o 60×40 cm) oppure 🔹 1 opera grande (da 80×80 cm fino a 120×120 cm). Chi desidera esporre più opere o di dimensioni diverse può contattare l’organizzazione per concordare le modalità di partecipazione.
SCULTURA – INSTALLAZIONI – ART DESIGN È previsto uno spazio di circa 100/150 cm x 100/150 cm per una scultura, installazione o opera di design.Altri Scultori e/o Designers concorderanno il n.di Opere e dimensioni con la curatrice.
La Curatrice Claudia Mantelli. Sarà sempre disponibile per supportare la selezione dei lavori, l’aggiunta di nuove opere o eventuali variazioni.
COME ISCRIVERSI ALL’EVENTO “DREAMS” Gli artisti interessati devono iscriversi il prima possibile e comunque entro il raggiungimento del numero massimo di partecipanti.
Per ricevere il PDF con i dettagli dell’evento, inviare 3 opere d’arte e 1 link a claudia.mantelli@yahoo.com. Vi risponderemo con tutte le informazioni necessarie.
Per completare l’iscrizione, inviare: ✅ Una breve biografia artistica ✅ Indirizzo e-mail ✅ Foto delle opere che si intendono esporre (specificando titolo, dimensioni e tecnica) ✅ Link o sito web dell’artista ✅ Modulo d’iscrizione compilato ✅ Ricevuta del pagamento della quota
“RIDING A GOAT” Artist Matt Tewes Material: fiberglass mannequin, paper, ink, collage-(70x60x28 cm.)
Riding A Goat
L’opera d’arte “Riding A Goat” di Matt Tewes è un capolavoro che cattura l’essenza della vita attraverso un collage di figure armoniosamente intrecciate, che si fondono insieme per creare un’esperienza visiva e concettuale unica. Il manichino, vestito da un’esplosione di colori e forme, diventa un simbolo vivente della gioia, della libertà e della varietà che caratterizzano l’esistenza umana.
In questa opera, l’artista ha utilizzato una vasta gamma di elementi, tra cui animali, palloncini, fotografie e simboli, per creare un’atmosfera ricca di significati e interpretazioni. Ogni dettaglio sembra essere stato scelto con cura per trasmettere un messaggio di positività e ottimismo, invitando lo spettatore a riflettere sulla bellezza e sulla complessità della vita.
L’opera d’arte “Riding A Goat” di Matt Tewes è un capolavoro che cattura l’essenza della vita attraverso un collage di figure armoniosamente intrecciate, che si fondono insieme per creare un’esperienza visiva e concettuale unica. Il manichino, vestito da un’esplosione di colori e forme, diventa un simbolo vivente della gioia, della libertà e della varietà che caratterizzano l’esistenza umana. In questa opera, l’artista ha utilizzato una vasta gamma di elementi, tra cui animali, palloncini, fotografie e simboli, per creare un’atmosfera ricca di significati e interpretazioni. Ogni dettaglio sembra essere stato scelto con cura per trasmettere un messaggio di positività e ottimismo, invitando lo spettatore a riflettere sulla bellezza e sulla complessità della vita.
-Riding a Goat La lettura più immediata potrebbe essere quella di una metafora della libertà e della gioia di vivere, ma le possibilità di interpretazione sono infinite. Ciascuno spettatore può trovare in questa opera un significato personale, un riflesso della propria esperienza e delle proprie emozioni. In conclusione, “Riding A Goat” è un’opera d’arte che non solo incanta gli occhi, ma anche il cuore e la mente. La sua bellezza e profondità invitano a un viaggio interiore, alla scoperta di nuove prospettive e di nuove emozioni. Claudia Mantelli Art Curator
RIDING A GOAT -Manichino in fibra di vetro, carta, vernice, inchiostro. Misure 70x60x28 cm. Prezzo Euro= 2300 trattabili. Info di contatto Claudia Mantelli, mail claudia.mantelli@yahoo.com WhatsApp +39 3339434867
L’ Opera d’Arte “RIDING A GOAT” e’ un’ Opera unica, acquistabile contattando il Curatore d’Arte Claudia Mantelli INFO –claudia.mantelli@yahoo.com – WhatsApp +393339434867
Full Mickey” di Matt Tewes è un’opera intrigante che esplora il connubio tra arte, cultura e critica, offrendo una narrazione visiva ricca di significato. Ogni particolare costituito da immagini sulla superficie del manichino sembra raccontare una storia, trasformando l’opera stessa in un testimone silenzioso di esperienze, emozioni e concetti.
La vivacità e l’ironia intrinseche nell’opera si fondono in un’esperienza che spinge gli spettatori a riflettere sul significato dell’arte e sulla sua rappresentazione. Richiamando l’immagine di “El Pelele” di Francisco Goya, in cui un manichino viene lanciato in aria da fanciulle durante una festa paesana, l’opera di Tewes sembra suggerire la dinamica con cui l’arte è spesso discussa e interpretata.
L’audacia e la provocazione dell’opera di Tewes sono evidenti, così come la sua esecuzione impeccabile. La scelta di utilizzare un manichino come tela offre una prospettiva innovativa sull’arte e sul suo rapporto con il contesto circostante. L’ironia e la vivacità dei colori aggiungono ulteriore profondità all’opera, rendendola un punto di discussione stimolante per chiunque vi si avvicini.
Claudia Mantelli Art Curator
FullMickey
Manichino in fibra di vetro, vernice, carta, colla, filo. Misure 180x60x28cm Prezzo Euro= 5500 trattabili.