CALL FOR ARTISTS

“I AM…”

Contemporary Art Exhibition by Claudia Mantelli Art Curator & Doodle Art.

L’evento “I AM” si presenta come un’importante mostra d’Arte Contemporanea, un’opportunità per riflettere sull’essenza dell’essere artista. In un’epoca in cui il valore del possesso sembra sovrastare quello dell’essere, il messaggio di questa mostra si erge come un faro di creatività, passione e genialità. L’arte, in questo contesto, diventa un veicolo potente per esprimere emozioni profonde, turbolenze interiori e allegorie di una realtà complessa.Il concetto di “Io Sono” invita a riconoscere l’importanza di una pratica artistica che si fonda sull’autenticità e sull’esperienza personale. L’essere artista non è solo un titolo; è un modo di vivere, una modalità di percepire il mondo. Ogni opera d’arte diventa un riflesso di questa esistenza, un’espressione della propria identità e del proprio vissuto. La passione, la professionalità e la ricerca della bellezza si intrecciano in un atto creativo che trascende il semplice “avere”.Eric Fromm, nel suo saggio “Avere o Essere?”, sottolinea come la società moderna spesso celebri il possesso materiale a discapito dell’essere. Questa mostra ci ricorda che l’arte più autentica nasce dall’essere: dall’interiorità dell’artista, dalle sue esperienze, dalle sue gioie e tristezze. In questo senso, l’arte diventa una forma di resistenza a un mondo che tende a uniformare e a mercificare le emozioni.Guardando al ‘900 e alla contemporaneità, artisti come Frida Kahlo, Yayoi Kusama e Banksy hanno fatto dell’essere il fulcro della loro espressione artistica. Kahlo, con le sue opere cariche di simbolismo e introspezione, ha tradotto la sua sofferenza e il suo vissuto in un linguaggio visivo potente. Kusama, attraverso la sua ricerca sull’infinito e la ripetizione, esplora il concetto di esistenza e identità. Banksy, con il suo approccio provocatorio, invita a riflettere su questioni sociali e politiche, mettendo in discussione il ruolo dell’artista nella società contemporanea.La mostra “I AM” si propone di mettere in luce artisti contemporanei che, come i loro predecessori, si sostengono su un’arte dell’essere. Questi artisti non si limitano a creare opere, ma costruiscono narrazioni che invitano il pubblico a connettersi con le proprie emozioni e a riflettere sulla propria esistenza. L’arte diventa un dialogo aperto, un invito a esplorare la complessità dell’essere umano.In conclusione, “I AM” non è solo un titolo; è una dichiarazione di intenti. È un invito a riscoprire il valore dell’essere artisti in un contesto in cui la creatività, la passione e l’emotività sono fondamentali. L’arte, in tutte le sue forme, continua a essere un potente strumento di espressione, capace di riflettere e di dare voce alle turbolenze interiori e alle bellezze del vivere. In un mondo che tende a confondere l’essere con l’avere, “I AM” ci ricorda che l’essenza dell’arte risiede nel profondo dell’anima umana.

Claudia Mantelli

INFO claudia.mantelli@yahoo.com

+39 3339434867

Barbara Romanelli Photography- Me – Black & White-All Right reserved

Barbara Romanelli Photography- Me - Black & White-All Right reserved
Barbara Romanelli Photography- Me – Black & White-All Right reserved

Barbara Romanelli Photography-Le Désire- Black & White-All Right reserved

Barbara Romanelli Photography-Le Désire- Black & White-All Right reserved
Barbara Romanelli Photography-Le Désire- Black & White-All Right reserved

Barbara Romanelli Photography – Untitled- -All Right Reserved-

Barbara Romanelli Photography-Untitled- All Right reserved.
Barbara Romanelli Photography-Untitled- All Right reserved.

RINO CARDONE, CRITICO D’ARTE RAI PARLA DI BARBARA ROMANELLI:

C’è una dimensione sensuale ed erotizzante dell’arte moderna e contemporanea (tanto nella pittura, quanto nella scultura e nella fotografia) che spinge alla lettura del corpo umano in maniera seducente, passionale e provocante. È quella che trova – nell’ambito più ristretto della fotografia – i suoi maggiori antesignani in Albert Arthur Allen (1886-1962), Wilhelm von Gloeden (1856-1931) e Robert Mapplethorpe (1946-1989). Sulla traccia – estetica ed estetizzante – della loro ricerca fotografica, s’inserisce l’esperienza artistica di Barbara Romanelli: fotografa capace di “governare” lo “specifico” della figura umana e l’”essenza minimalista” del “dettaglio fisico” e del “particolare ambientale”, al fine di provocare – nell’osservatore della sua opera – un “battito di palpebre” (una sorta di ammiccamento dell’anima, dello spirito, oltre che dell’occhio). Tutto questo nella piena consapevolezza che la storia di una vita umana (come sosteneva un cantautore di “dissacrante visionarietà artistica” come Jimi Hendrix) è più breve di un “battito di ciglia”. Una vita, dunque, dalla quale trarre beneficio. E, se possibile, in fretta. Consapevole di questo, Barbara Romanelli porta avanti una ricerca elegante, nella sua “carnalità espressiva” e nella “natura ammiccante” dell’”osservazione estetica”, che lei fa della realtà. La sua è una ricerca “giocata” sulla linearità delle forme del corpo umano e che mostra l’irresistibile fascino della figura femminile: in grado di colpire in maniera intensa (quando proposta, elegantemente, in forma fotografica) il nostro “sistema emozionale”: generale e complessivo. A giudicare dall’enfasi che Barbara Romanelli presta nei confronti della “corporeità fisica” e nei riguardi dell’”armonia del corpo” (per certi aspetti, fortemente, “interiorizzata” prima di essere “fissata” con lo scatto fotografico) si potrebbe pensare ad una ricerca – in qualche modo – “minimalista” di Barbara Romanelli. Ma l’accento che lei pone sull’espressività umana, sul “calore emozionale” e sullo “scavo interiore” (che lei effettua nei confronti della realtà, al fine di riuscire a far emergere il “senso esistenziale” dell’individuo e la “vibrazione passionale” che si accompagna ai diversi “sensi fisici” della persona) fanno di lei una fotografa attenta, più che mai attenta, non solo alla “bellezza tout court”, ma anche alla “problematicità della vita”. Perché la verità è che dietro ad ogni corpo (sembra dirci Barbara Romanelli con le sue fotografie) si nasconde un “vissuto umano” e una “storia personale”. E non sempre si tratta di storie belle, chiare, limpide, armoniche e lineari. Talvolta si tratta, invece, di storie complesse, molto complicate, in chiave esistenziale e esistenzialista. E lei ci mostra tutto ciò, dopo aver avuto (nel recente passato) un approccio con la fotografia che passava (quasi esclusivamente) dalla “visione della natura” e dall’”osservazione dell’ambiente urbano”: oggi, però, approdata (rimarchiamo) a delle “soluzioni estetiche” che sono prive di “fronzoli estetici” e che mancano di “orpelli stilistici”. Una ricerca, insomma, “essenziale” nei contenuti e illusoriamente “plastica” (se vogliamo) nella traduzione delle luci e delle forme, sul supporto fotografico.

Rino Cardone – Critico d’Arte
Caposervizio TGR RAI Radiotelevisione Italiana

 

Barbara Romanelli Photography- Untitled- Printed on Fine Art -All right reserved (150x75cm.)

Barbara Romanelli Photography- Untitled- Printed on Fine Art -All right reserved (150x75cm.)
Barbara Romanelli Photography- Untitled- Printed on Fine Art -All right reserved (150x75cm.)