Roberto Persi Santorum

Roberto Persi Santorum

“Poseidone” Olio su tela (100×100 cm.)

L’opera di Roberto Persi Santorum, Poseidone (olio su tela, 100×100 cm), è un esempio vibrante di arte patafisica contemporanea, in cui il mondo dell’assurdo si intreccia con una potente simbologia. Esposto durante la mostra “Les Enfants Terribles,” il dipinto cattura immediatamente lo spettatore grazie alla sua esplosione di colori e movimento, che evocano emozioni intense e profonde riflessioni.

Il protagonista, il Dio Poseidone, è raffigurato in una lotta quasi epica contro onde maestose dai toni surreali di lillà e rosa. Questi colori, lontani dalla tradizionale rappresentazione marina, donano all’opera un’aura onirica e fantastica, trasportandoci in un universo dove la realtà si dissolve per lasciare spazio a una visione poetica e simbolica. La forza del Dio, che brandisce il tridente con determinazione, non è solo fisica: è la rappresentazione dello spirito creativo dell’artista stesso, in lotta contro le superficialità e la negatività che pervadono il mondo.

La patafisica, il filo conduttore del lavoro di Persi Santorum, emerge chiaramente nell’approccio all’assurdo e nel ribaltamento della logica convenzionale. In quest’opera, il mare non è semplicemente un elemento naturale: diventa una metafora delle forze caotiche e imprevedibili della vita. Poseidone, dunque, non è soltanto una figura mitologica, ma un simbolo universale: l’artista stesso, impegnato a domare e trasformare la complessità del reale in bellezza e armonia.

Un altro elemento centrale del dipinto è il profondo rispetto per l’ambiente. Le onde, dipinte con una fluidità quasi musicale, non sono solo uno sfondo, ma rappresentano la natura stessa, viva e potente, che Persi Santorum celebra e difende. Attraverso questa scelta, l’artista invita il pubblico a riflettere sull’importanza di una connessione autentica con il mondo naturale, opponendosi alla distruzione e all’indifferenza.

In definitiva, Poseidone è un’opera che stupisce ed emoziona, riuscendo a coniugare la bellezza visiva con una narrazione simbolica ricca di significati. Con un linguaggio visivo audace e distintivo, Roberto Persi Santorum si conferma come un maestro patafisico capace di sfidare le convenzioni e coinvolgere lo spettatore in un viaggio di scoperta artistica e spirituale.

Claudia Mantelli

Roberto Persi Santorum

1__Presentazione dell’Artista Patafisico Roberto Persi Santorum

Roberto Persi Santorum ha trascorso i suoi anni giovanili in una libera e instancabile ricerca di tecniche grafiche e pittoriche. La sua sperimentazione ha spaziato attraverso una vasta gamma di stili e contenuti, con una spiccata propensione verso le molteplici forme dell’astrattismo. Questo percorso esplorativo, probabilmente, rappresentava un tentativo di liberarsi dal “fardello accademico” degli studi classici, che includevano l’Istituto d’Arte, il Magistero di Grafica e l’Accademia di Belle Arti.

La vera svolta nella carriera di Persi Santorum è stata l’incontro con la Patafisica, abbracciata come una filosofia profonda e rivoluzionaria. Questo approccio gli ha permesso di accettare il suo stile pittorico e sintattico come una firma autentica dell’anima, piuttosto che come una deviazione patologica. La Patafisica è diventata per lui un rifugio concettuale, dove le sue creazioni trovano significato e libertà.

Negli ultimi vent’anni, il suo lavoro si è sviluppato seguendo un unico dogma imprescindibile: l’uso di supporti in tela e colori ad olio o alchidici, con occasionali incursioni nella grafica su supporti cartacei, utilizzando tecniche varie e spesso combinate. La sua produzione oscilla tra audaci policromie, talvolta improbabili, e monocromi austeri e incisivi, mantenendo sempre una straordinaria coerenza espressiva.

Persi Santorum rifiuta di essere catalogato in una corrente artistica preesistente. Dopo lunghe riflessioni e confronti con l’architetto Claudia Mantelli – che ha avuto un ruolo cruciale nel riscoprirlo e farlo uscire dalla volontaria reclusione nella “soffitta” della sua creatività – è arrivato a un compromesso definendosi “Postsurrealista Onirico”. È in questo spazio mentale che l’artista riesce a dialogare con i suoi punti di riferimento pittorici: Paolo Uccello, Tiziano, Mirò, Magritte, Pollock, Matisse e altri grandi maestri, che popolano la sua personale pinacoteca immaginaria. Non è una questione di stile, ma di pensiero: uno sguardo audace e consapevole che individua, con sicura determinazione, le connessioni profonde tra la propria visione artistica e quella dei suoi predecessori.

Frasi celebri di Roberto Persi Santorum:

“Non tutti i quadri riescono col buco.”

“Non sono pigro, ho solo brevi pause di riflessione.”

In sintesi, Roberto Persi Santorum ritiene di aver trovato un percorso artistico personale e riconoscibile, anche se ammette che spesso non riesce a fornire spiegazioni razionali per le sue opere. Ma questa, in fondo, è la Patafisica: l’arte di accettare e celebrare le soluzioni immaginarie.

Persi Santorum è orgoglioso di essere membro attivo del “Simposio Permanente Ventilati Patafisici Benacensi”, fondato negli anni Novanta dal grande Enrico Baj. Inoltre, esprime profonda gratitudine verso l’architetto Claudia Mantelli, che lo ha spronato a uscire dalla sua prolungata “pausa di riflessione” e lo ha coinvolto in mostre ed eventi artistici. Un pensiero di riconoscenza è infine rivolto al capostipite Alfred Jarry, che con il suo Ubu Roi ha dato inizio alla straordinaria avventura delle “Soluzioni Immaginarie”.

Claudia Mantelli