
MARCELLO VANNUCCI
(….) Opere che vivono come fine a se stesse, che evitano di farsi messaggio l’impegno in questa sua misura le avrebbe poi avvilite di ogni possibile immortalità. Soltanto tramite di liberazione dal giornaliero: che è di tutta altra specie. Un orizzonte, che sia di passaggio a nuove linee di un cielo però tutto umano. Questi spazi di Poggiali come fuga in avanti; ed il vederli come liberazione dagli impacci. Strumenti, anche, per potere scoprire imprevedibili piaghe di giocondità, in un mondo che intero ora s’apra al tuo sguardo. Libero, perlomeno, di offrirti la speranza che niente ad esso sia mai preesistito, se non l’imprendibile scintilla che – unica – lo prevedeva come possibile.
(Dal catalogo, Giampiero Poggiali – Structural dream – Loggia d’e Rucellai, Azienda Autonoma di Turismo, Firenze 1982)